Il M5S contro i Giornalisti. Quanta inaudita aggressività verbale!


Salvino Cavallaro – Pensate se noi giornalisti ci mettessimo a fare un elenco dei personaggi buoni e cattivi che gravitano nel M5S. Con quale metro potremmo stilare certi valori di base? Penso che ognuno di noi farebbe nomi diversi a seconda di ciò che dicono, che fanno e non fanno, che polemizzano e offendono con la convinzione di essere sempre nel giusto. Avete mai sentito qualcuno del M5S chiedere scusa per qualche sbaglio commesso? Supponenza inaudita, la loro, capace di segnalare nell’elenco dei “buoni” giornalisti, coloro i quali per tendenze politiche e linee editoriali si avvicinano maggiormente al loro codice etico interno, capace di espellere coloro i quali a un certo punto manifestino pensieri divergenti. Non è proprio il massimo, questo modo di gestire una politica che contrasta i sacrosanti diritti della democrazia, capace magari di non condividere ma di rispettare l’altrui pensiero. Così, dopo gli insulti è arrivata la lista dei buoni e cattivi giornalisti stilata da Di Battista a seguito delle affermazioni ingiuriose di Di Maio, che definisce i giornalisti “sciacalli” e “puttane”. I pentastellati hanno puntato il dito contro i media che avrebbero orientato una campagna atta a influenzare l’opinione pubblica contro il movimento, usando la vicenda giudiziaria della sindaca di Roma Virginia Raggi, che è stata assolta sabato scorso. Da sempre ricordiamo che il Potere politico ha epurato giornalisti che pur nel rispetto delle regole deontologiche, hanno dimostrato di non volersi allineare a certi indirizzi ideologici quasi “imposti” in un determinato periodo storico dei vari governi. L’esempio del Governo Berlusconi che epurò dalla Rai Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi, seguì il Governo Renzi che allontanò Milena Gabanelli, Massimo Giletti, Giovanni Floris, Nicola Porro. Un passato sempre attuale che fa riflettere come il Potere in carica mal digerisce l’informazione, quando questa non si allinea a certi dettami e anzi ne contrasta il prosieguo politico, fomentando (a loro dire) l’opinione pubblica contro il Potere stesso. Ma cosa dobbiamo ancora sentire in questo nostro Paese in cui si mette in discussione persino la libertà di informazione e la pluralità di pensiero? E’ idea comune a molti, che la colpa sia sempre dei giornalisti (quelli cattivi, naturalmente) che vanno contro il sistema e lo mettono in difficoltà per esprimere idee diverse e chissà, magari più confacenti al pensiero dell’opinione pubblica. Un po’ come dire che un certo contraddittorio infastidisce, rende nervosi, non influenza positivamente la gente e te la mette contro. Si parte da troppi principi sbagliati che soltanto a parole accettano idee diverse, ma che poi a fatti concreti si materializzano in assurde discriminazioni. Si scopre l’acqua calda quando si sostiene che certi editori e relative redazioni seguono linee politiche diverse, ma non per questo debbono essere tacciate di non sapere fare bene il proprio mestiere. Puoi condividere o no, ma certamente devi rispettare. Perché questo vuole la democrazia, perché questo vuole un Paese in cui la libertà di stampa non sia mai messa in discussione. Tra i giornalisti non ci sono sciacalli e non ci sono neppure puttane, ci sono semplicemente persone le quali svolgono un’attività che è l’espressione di ciò che pensano liberamente. Se non sei d’accordo, non offendere. Ribatti con le tue idee e rispetta!

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